L’impiego di droni nell’ambito del verde urbano è un ottimo punto di partenza e di completamento per tutti quegli interventi che mirano al contenimento dell’impiego di prodotti chimici e alla gestione del rischio associato alla presenza di alberi.
Un nuovo strumento per l’agronomo di città
È ormai di moda parlare di dati. Qualunque sia l’obiettivo di un progetto, la raccolta e l’esame di una grande quantità di dati è un elemento imprescindibile per una consulenza moderna ed efficace. Parlare di dati, quindi, non è un fenomeno passeggero, bensì un vero e proprio cambio di paradigma: con l’avanzare della tecnologia, ogni tipo di consulenza sta modificando il proprio approccio tanto che gli aspetti quantitativi stanno assumendo un peso predominante rispetto a quelli qualitativi. Ovviamente, nessuna macchina – per quanto sofisticata – potrà mai prendere il posto del professionista nell’ambito dell’analisi di sistemi complessi (soprattutto se “aperti” come il caso di un ecosistema urbano). Ma se ben utilizzate, le tecnologie di ultima generazione possono aiutare le consulenze libero professionali a compiere un notevole salto di qualità.
Il Progetto Parco di Villa Zoia a Concorezzo (Monza)
È per questo che ha preso avvio il Progetto Zoia che prevede la raccolta di grandi quantità di dati spaziali e puntuali al fine di una loro successiva analisi per comprendere nei minimi dettagli lo stato di fatto relativo a un parco cittadino della bassa Brianza. In questi giorni è stato svolto un rilievo tramite drone per la mappatura tridimensionale del Parco che permetterà di ottenere un modello digitale del terreno. Questo, a sua volta, consentirà di approfondire le dinamiche idrauliche con tutte le conseguenti implicazioni in materia di irrigazione, fitopatologia, nutrizione.
Droni e riprese multispettrali
Ma la restituzione dei dati raccolti nel campo del visibile è solo il primo passo per una conoscenza completa dell’ecosistema urbano. In primavera, una volta che le piante avranno rimesso completamente le foglie, si procederà a uno o più voli di completamento, volti alla raccolta di dati multispettrali: speciali camere rileveranno la quantità di radiazione riflessa a particolari lunghezze d’onda. I dati, rielaborati da appositi algoritmi in fase di affinamento, metteranno in evidenza la naturale variabilità di condizione fisiologica in funzione della specie, del luogo di messa a dimora, dell’esposizione nei confronti dei punti cardinali. Sulla base di successivi sopralluoghi di validazione in campo, si potranno individuare sul nascere le difficoltà fisiologiche o patologiche della vegetazione, intervenendo in modo rapido, mirato ed efficace.
Uno strumento, tante applicazioni
In ultima analisi, quindi, l’impiego di droni nell’ambito del verde urbano è un ottimo punto di partenza e di completamento per tutti quegli interventi ad alto contenuto consulenziale che mirano al contenimento dell’impiego di prodotti chimici e alla gestione del rischio associato alla presenza di alberi. Si pensi, per esempio, alla possibilità di individuare tempestivamente eventuali difficoltà radicali di alberi di alto fusto, introducendo programmi di lotta biologica nonché verifiche di stabilità con strumenti avanzati quali la prova dinamica di tenuta dell’apparato radicale.
Per qualsiasi informazione sono a disposizione al numero 333.4603805 o all’indirizzo di posta studio@lucamasotto.it
I rilievi sono stati realizzati grazie alla collaborazione dei tecnici agrosurvey.farm