Agronomo a Pavia: La progettazione delle potature
La progettazione degli interventi di potatura delle alberature cittadine è il titolo dell’intervento che mi è stato affidato nell’ambito dell’evento formativo della Scuola di AltRa Amministrazione dell’Associazione dei Comuni Virtuosi, evento organizzato in collaborazione con i Comuni di Borgarello e Torre d’Isola (Borgarello, Villa Mezzabarba, 6 aprile 2018).
In fondo alla pagina è reperibile la presentazione proiettata nel corso dell’intervento. Di seguito alcune note per facilitarne la comprensione.
Perché potare?
Gli alberi esistono da molti milioni di anni prima che l’Uomo facesse la propria comparsa sulla Terra e si sono evoluti sino a pochi secoli or sono senza la necessità di essere regolarmente potati. In assenza di interventi umani, gli alberi si autoregolano secondo il fenomeno cosiddetto di autopotatura che consente loro di conservare un equilibrio energetico e morfofisiologico e che consiste nell’abbandonare (lasciandoli seccare e quindi cadere al suolo) i rami inefficienti dal punto di vista energetico.
In un contesto antropizzato, ovviamente, occorre gestire il rischio e, quindi, giocare di anticipo rispetto all’autopotatura per evitare danni a cose e persone. Occorre inoltre gestire i conflitti tra piante e costruito. Tutto questo, tuttavia, non deve tradursi in scompensi energetici e morfofisiologici per gli alberi poiché altrimenti si innesca una spirale di interventi frequenti con maggiori costi e minori servizi ecosistemici.
Dal calendario al cronoprogramma
Di norma, in ambito pubblico (ma anche in contesti privati), le potature sono eseguite “a giro” ossia a intervalli pressochè regolari dettati dalle esigenze di bilancio. Di solito, quindi, il fattore limitante è fornito dal bilancio finanziario il quale regola il numero di potature che vengono eseguite nel corso della stagione.
Se in luogo delle disponibilità di cassa si ponesse al centro un bilancio arboricolturale, associato a una valutazione del rischio delle singole aree verdi, si andrebbero a definire le effettive necessità di cure colturali su base progettuale. In altri termini, si interverrebbe solo laddove necessario, lasciando liberi gli alberi di esprimere la propria architettura vegetale (e gli eventuali fenomeni di autopotatura) ogni volta che questo non incide sul rischio fruitivo e sul costruito.
Una visione di insieme
Per ottenere questi risultati occorre svolgere un’accurata ricognizione territoriale al fine di mappare – anche per via qualitativa – il verde comunale nelle sue e di valutare l’effettivo livello di fruizione delle aree verdi.
Sulla base di questi dati è possibile stilare una scala delle priorità, ossia individuare le aree che richiedono interventi urgenti rispetto a quelle nelle quali le cure colturali possono essere procrastinate.
Una progettazione di dettaglio
Il livello di approfondimento deve essere aumentato nel momento in cui si passa alla progettazione esecutiva, tanto più se l’incarico non include la direzione dell’esecuzione del contratto. In questa sede, per ogni albero, deve essere individuata la lavorazione da eseguire, valutando attentamente le possibilità tecniche (arboricolturalmente corrette) e stimando il più probabile decorso fisiologico di breve periodo. Quest’ultimo aspetto è molto utile in un’ottica di ottimizzazione delle risorse in quanto consente di evitare investimenti su alberi privi di prospettive.
Dal dire al fare: la Direzione dei lavori
La Direzione dell’esecuzione del contratto è di fondamentale importanza – ed è auspicabile sia sempre assegnata a un dottore agronomo competente in materia – per trasferire sul campo le indicazioni arboricolturali progettate.
La Direzione dei lavori deve garantire una presenza puntuale in cantiere in modo da correggere in corso d’opera ogni eventuale errore di intervento: le cosiddette piante campione non sono sempre sufficienti. Ogni soggetto arboreo, infatti, rappresenta un caso a sé stante e come tale deve essere trattato.
Esempio 1. Comune di Concorezzo (MB)
La metodologia sopra brevemente descritta è stata applicata nel caso della progettazione delle potature del triennio 2017-2019 del Comune di Concorezzo. Rispetto alla cifra inizialmente messa a disposizione dal Comune (150 mila euro di potature sul triennio), sono stati progettati interventi per circa 123.000 euro con un risparmio di 27.000 euro. In realtà, a parità di perimetro, il risparmio sarebbe stato ancora maggiore in quanto i 123.000 euro comprendono anche interventi extra (es. biostimolazioni radicali). Se si considera che la parcella per progettazione e direzione dei lavori ammonta a circa 8.000 euro, ne segue che il risparmio complessivo è di 19.000 euro (27.000 – 8.000) con un ritorno dell’investimento pari al 238% (19.000/8.000). In altri termini, ogni euro speso in progettazione e direzione dei lavori ha generato 2,38 euro di risparmi.
Esempio 2. Comune di Lodi Vecchio (LO)
Analogamente a quanto esposto per le potature a Concorezzo, anche a Lodi Vecchio è stata eseguita un’attenta progettazione delle potature da realizzare all’interno dei complessi scolastici cittadini. A fronte dei 40.000 euro che sarebbero stati spesi in assenza di progettazione, il computo metrico estimativo si è assestato su 21.500 euro con un risparmio del 46% e un ritorno dell’investimento pari al 1133% (ogni euro speso in progettazione e direzione dei lavori ha generato 11,33 euro di risparmi). A onore del vero, in questo caso, la parcella era sottostimata in quanto si trattava di un’estensione di un altro incarico. Tuttavia, anche ipotizzando un raddoppio della parcella il ritorno dell’investimento avrebbe superato il 550%.
Benefici duraturi
Un intervento ben progettato e bene eseguito allunga i tempi di ritorno ossia il periodo di tempo che intercorre tra una potatura e la successiva. Il motivo risiede nel rispetto delle esigenze energetiche e morfofisiologiche di un albero che si traduce in un’architettura più regolare e in minori riscoppi vegetativi. Ne segue che i benefici della progettazione si estendono per un periodo di tempo molto superiore a quello dell’incarico. Tra i benefici duraturi sono da annoverare anche quelli derivanti dalla “scelta di non fare”, ossia, per esempio, dalla volontà progettuale di non intervenire (se non necessario) su alberi non ancora potati in modo da non alterare l’equilibrio che ne governa lo sviluppo.
Riprendendo i dati esposti in precedenza per le potature a Concorezzo e ipotizzando cautelativamente un allungamento dei tempi di ritorno medi tra due potature successive dai 4 anni (in assenza di progettazione e DL) ai 6 anni (in presenza di progettazione e DL), si otterrebbe un costo medio annuo delle potature pari a 30.000 euro circa rispetto ai 50.000 euro/anno stanziati dal Comune. Un risparmio netto del 40% che, se considerato in un’ottica poco più che decennale, consentirebbe di riqualificare profondamente un parco cittadino.
Verde e qualità della vita
Al di là degli indubbi risparmi finanziari, una corretta gestione del verde urbano consente di ottenere benefici di carattere non monetario (paesaggio, servizi ecosistemici, regolazione microclimatica e idraulica, adsorbimento degli inquinanti, ecc.) che in buona sostanza si traducono in qualità della vita dei cittadini, senza dimenticare la trasversalità del verde urbano: investire nel verde significa fornire aree dove bambini e ragazzi possono esercitare attività ludico-sportive, dove le famiglie possono giocare con i figli, dove gli studenti possono confrontarsi e gli anziani rinfrescarsi all’ombra degli alberi.